Sagre e appuntamenti gastronomici


Niscemi

Marzo/Aprile (in base a quando decorre Pasqua) – Sagra del Carciofo Violetto 

L’appuntamento annuale della Sagra del Carciofo a Niscemi, si inserisce in un contesto temporale più ampio e di più antica memoria; infatti è l’avvenimento che, non solo sotto il profilo economico ma anche sul piano culturale e folcloristico, caratterizza la vita e la realtà di questa città operosa ed ospitale. Un appuntamento fieristico di grande spessore che promuove e rilancia l’agricoltura e l’artigianato della città, arrivata ormai alla XXXVI edizione che si è svolta dal 15 al 17 Aprile 2016; numerosi sono gli stand espositivi di carciofi, prodotti ortofrutticoli ed artigianali.

L’Agricoltura e l’artigianato infatti, costituiscono il cuore dell’economia Niscemese e per tal ragione la manifestazione si è affermata nel tempo come una delle più importanti in Sicilia, al punto tale che negli anni passati si è registrata un’affluenza di circa ottantamila visitatori, nonché una vasta partecipazione di espositori di altri Comuni. Una Sagra che ormai da anni fa parte di una cultura radicata della tradizione di Niscemi, che per l’alto indice di produttività è conosciuta come “capitale del carciofo”.

La qualità di carciofo principalmente coltivata a Niscemi è “il violetto di Niscemi”, la cui caratteristica è la precocità nella produzione, infatti viene piantato ad agosto e produce da novembre a maggio. Il carciofo è apprezzato dall’industria farmaceutica per le sue attività  protettrice e  regolatrice della funzionalità epatica, infatti esercita una benefica azione sulla secrezione biliare.

È un ortaggio di pieno campo di origine mediterranea, la cui messa in coltura risale a circa duemila anni fa e giunge in Sicilia nel IX secolo, a seguito dell’occupazione araba, e si diffonde in tutta l’Italia Meridionale durante la dominazione aragonese.

Fonte / Autore: Comune di Niscemi (http://www.comune.niscemi.cl.it/)

Dicembre – Sagra della ‘Mpanata e dei Piruna” 

Sagra dedicata ai tipici prodotti da forno locali a base di cavolfiori e di spinaci, immersi in una particolarissima pasta sfoglia unica nel suo genere.

 

Mazzarrone 

Settembre – Sagra dell’Uva da tavola IGP

La sagra dell’uva da tavolo IGP di Mazzarrone è ormai giunta alla X edizione; il comune propone questa tradizionale manifestazione per salutare la fine dell’estate .

La manifestazione è organizzata dal Comune, i primi di settembre, all’insegna dello slogan “l’uva fa bene alla salute” mettendo in programma le immancabili degustazioni di prodotti tipici, come la  “Mustata e Cuddureddi”. Numerosi saranno anche gli spettacoli, conferenze e le attività che arricchiscono il calendario degli appuntamenti.

Ci saranno esibizioni di Gruppi Folcloristici, Mostra mercatoFiera espositiva attrezzature Agricole e Tecnologiche, attività ludiche-ricreative, conferenze, percorso eno-gastronomico.

La sagra si conclude con il  premio del GRAPPOLO D’OROa personalità siciliane che si sono distinte nel mondo ed uno spettacolo pirotecnico; dunque un evento da non perdere ricco di cultura e tradizione.

http://www.comune.mazzarrone.ct.it/

 

Butera

Settembre / Ottobre – “Butera a tavola” 

Rassegna eno-gastronomica dei prodotti tipici del territorio e del comprensorio che racchiude tutte le tradizioni che caratterizzano il paese di Butera (CL). Una manifestazione ricca di eventi e di stand espostivi delle varie aziende che parteciperanno alla kermesse enogastronomica buterese con i propri prodotti.
“Butera a Tavola” ormai rappresenta l’icona del territorio buterese che punta alla promozione e valorizzazione dei suoi prodotti tipici, la sagra rappresenta l’occasione per consentire agli operatori locali, ma anche ad aziende provenienti da ogni parte della Sicilia di auto promuovere la propria immagine nel corso dei tre giorni eno-gastronomici. La manifestazione ha come fine la promozione dell’arte culinaria locale e l’invigorimento delle attività ricettive e delle produzioni eno-agroalimentari ed artigianali.
Le vie di Butera e l’ammirazione delle risorse storico-ambientali faranno da cornice alla degustazione dei prodotti tipici al fine di valorizzare il turismo. Nel viaggio del gusto non può certo mancare il tradizionale piatto arabo da «pasta cò meli», la pasta con il miele, regina indiscussa dell’evento. Un piatto tipico ed esclusivo che i buteresi amano preparare in occasione della festa di San Giuseppe e il Venerdì Santo. Un mix di miele, mandorle, mollica tostata, insieme a cannella e buccia d’arancia per richiamare i classici profumi di Sicilia. Sarà presente anche il tradizionale «quadaruni», la grande pentola all’interno della quale preparare la ricotta calda.

www.comunedibutera.it

 

San Cono

Ottobre – Sagra del Fico d’India 

Uno dei momenti di notevole importanza, per il paese di San Cono (CT), è la Sagra del Fico d’india che dal 1984 celebra, ogni anno nel mese di ottobre, la magnificenza del frutto tipico sanconese, il “bastardone”.
La ficodindicoltura è ormai diventata l’attività economica di punta, tanto che San Cono è oggi definito come la “capitale del fico d’india”. La sagra è il momento di eccellenza della esposizione e promozione del frutto che lancia un intero anno di pubblicizzazione a livello internazionale.

La sagra è la vetrina attraverso la quale si può ammirare il Fico d’India di San Cono, frutto che con orgoglio gli abitanti del comune catanese definiscono il numero uno al mondo.

http://www.comune.sancono.ct.it/

 

San Michele di Ganzaria

Novembre – Sagra dell’olio e del vino 

Dicembre – Sagra della Cuccia 

La Sagra della “cuccìa” di San Michele di Ganzaria si svolge il 13 dicembre con la degustazione di  un dolce tipico della festa di Santa Lucia realizzato con il grano, precisamente è una zuppa di grano bollito condito con vino cotto o crema.

Alla devozione per Santa Lucia è stato associato l’uso del mangiare cuccia il 13 dicembre di ogni anno. Il nome “cuccia” può derivare dal sostantivo “cocciu”, chicco, o dal verbo “cucciari”, cioè mangiare un chicco alla volta. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini.

Il fatto storico è stato tramandato da Giuseppe Capodieci nelle Memorie di S. Lucia che così annotava: «Occorre in quest’anno (1763) una grande carestia sino al 9 gennaio, in cui suole esporsi il Simulacro di S. Lucia, per la commemorazione del terremoto del 1693.

Nel farsi al solito la predica, esce di bocca al predicatore che S. Lucia poteva provvedere al suo popolo col mandare qualche bastimento carico di grano. In effetti, il giorno dopo, arriva dall’Oriente nel porto una nave carica di frumento e sul tardi un bastimento, che era stato noleggiato dal Senato; poscia un vascello raguseo, seguito ancora da altri tre, sicché Siracusa, con tale abbondanza che appare a tutti miracolosa, può provvedere molte altre città e terre di Sicilia. Il padrone di una delle dette navi dichiarò che non aveva intenzione di entrare in questo porto, ma vi fu obbligato dai venti e seppe che era in Siracusa dopo aver gettato l’ancora; aggiungendo che, appena entrato in porto, si era guarito di una malattia agli occhi che lo tormentava da qualche tempo».

Il racconto dell’annalista siracusano, quattordicenne all’epoca dei fatti narrati, si ferma qui, ma la leggenda, presente e fatta propria da altre città di Sicilia, va oltre e aggiunge che le navi furono prese d’assalto e ognuno poté portare a casa la sua razione di grano, cucinandolo, per mancanza d’ingredienti, nella maniera più semplice. E poiché era il 13 dicembre, la popolazione decise all’unisono che da allora in poi si mangiasse, ogni anno in quel giorno, solo cuccìa e legumi.

(Autore: Sebastiano Rizza,  http://digilander.libero.it/cultura.popolare/pignola/tradizioni/cuccia.html)

 

Licata

Aprile – Sagra del “mprunatu” e della “mpanata”

Si svolge solitamente nel mese di Aprile dove i protagonisti sono l”mpurnato”, che consiste in una tradizionale pasta al forno tipica di Campobello di Licata e la ‘Mpanata, una sorta di pane con gli spinaci (precedentemente cotti), il tutto cotto al forno.

 http://www.siciliainfesta.com/

 

Mazzarino

Feste e tradizioni locali

Eredità di un passato che ha lasciato segni indelebili nella cultura popolare, le feste e le processioni coinvolgono abitanti e visitatori.

E’ bello lasciarsi coinvolgere da queste tradizioni, in cui giocano un ruolo importante anche i gusti e i colori della cucina tipica locale. I prodotti della terra (vino, miele, mandorle, formaggi) rallegrano le tavole dei mazzarinesi, sulle quali si possono ammirare ed assaporare delle pietanze particolari, protagonisti di momenti di convivialità.

Questi prodotti si possono apprezzare in occasione di alcuni eventi:

31 Gennaio Festa di Don Bosco all’Oratorio Salesiano delle Figlie di Maria Ausiliatrice e sagra degli arancini. A Febbraio: In questo periodo ricade il Carnevale dove viene preparato un dolce tipico: le chiacchiere al miele o zucchero. 19 Marzo Festa di San Giuseppe per questa ricorrenza per i quartieri e uso la preparazione della “tavolata”.

Aprile: Venerdì Santo in occasione della “Giunta” della domenica di Pasqua vengono preparati dolci a base di pasta all’uovo: “panareddi” e “trizzi”.

1 e 2 Novembre: tutti i Santi e commemorazione dei defunti si consumano i dolci tipici come: taralli, “frutta marturana” di pasta reale, pupi di zucchero.

7 Dicembre “sagra della muffuletta”: pane dolce a base di semi di cumino.

13 Dicembre Festa di Santa Lucia e sagra della “cuccía”.

Dal 16 Dicembre al 6 Gennaio: “Ninnareddi” (presepi viventi e non), allestiti in angoli raccolti del paese, ornati e animati da musica tradizionale e arricchiti da tavole per la degustazione dei prodotti tipici del Natale mazzarinese: pietanze a base di cardi, cavolfiori, spinaci (le cosidette “impanate”) e baccalà. Tra i dolci ricordiamo “cuddureddi”, “mastazzola”, “rizzareddi” e “minnulini”.

https://prolocomazzarino.jimdo.com

 

Vittoria

La cucina vittoriese ha un suo spazio ben preciso anche se non si discosta molto dalla tradizione culinaria del ragusano e del modicano. Alcuni piatti sono caratteristici e legati a periodi dell’anno o a festività ben precise.

A Carnevale sono d’obbligo i maccheroni con il ragù di maiale, le costate di maiale ripiene, la salsiccia e, per finire, i cannoli di ricotta, nella Festa di San Giuseppe si usa ancora oggi in qualche famiglia fare la pagnuccata: un impasto di farina e vino, tagliato a dadini, fritti poi nell’olio bollente e amalgamati con miele e riavulina (zucchero a forma di bastoncini di mille colori).

Nel periodo Pasquale dominano le classiche ” ‘mpanate d’agnello”: un involucro di pasta di pane con all’interno pezzi di carne di agnello (o di vitello) soffritto con cipolla e piselli; i “pastieri” impasto di pane aperto, con dentro interiora d’agnello soffritto con piselli; un po’ in disuso la cosiddetta “abbuttunata” cioè la coscia d’agnello disossata e ripiena di carne tritata, pezzetti di salame, uovo sodo, cotta al forno con contorno di patate; “i cassateddi” impasto di pane ripieno di ricotta frullata con zucchero e condita con cannella e i “riavulina”.E poi le uova sode, inserite in canestri fatti di pane, dette “panarini” e dolci di tutti i tipi: dai tipici biscotti bollitti “affucaparrini” ai taralli ai “zuddi” fatti con pasta di mandorle e farina.

Festa di San Giovanni (luglio) dove non c’è una vera e propria tradizione culinaria, tranne quella ormai quasi scomparsa di cucinare galletti o galline in brodo, anche ripieni di riso e carne tritata, tradizionalmente però, a San Giovanni si gusta per la prima volta il tonno fresco detto “tunnina”.

La Vendemmia – Tipica di questo periodo è la “mustata” fatta con mosto addolcito con cenere e bollito, mescolato con amido o semola fino ad ottenere una crema che viene condita con mandorle tostate e cannella. La mustata si consuma calda o anche in inverno dopo averla fatta seccare al sole. Sempre con il mosto viene fatto un altro dolce: i “cuddureddi”, anellini di impasto di farina e mosto cotti nel mosto o nel vinocotto diluito, anch’essi conditi con mandorle tostate tritate e cannella. Infine con il vinocotto, cioè il mosto bollito e ribollito fino restringersi a poco più di un terzo del liquido originario, aromatizzato con bucce d’arancia, dove alla fine si confezionano i “mastazzola” (mostaccioli) e i “mucatoli”. Tipica di fine settembre – ottobre la marmellata di cotogne “cutugnata” che si mette ad asciugare al sole nelle caratteristiche forme di terracotta.

Novembre “Tutti i Santi”– La tradizione vuole si consumi la pasta reale o martorana fatta con pasta di mandorla, realizzata a forma di frutta varia.

San Martino – E’ una festa tutta vittoriese e si gustano le frittelle, un impasto di farina e acqua che viene fatto lievitare per diverse ore e fritto in olio bollente. Possono essere salate, cioè condite con sarde salate, o dolci, condite con zucchero, uva passa, cannella e volendo anche semi di finocchio.

Santa Lucia – Tipico dolce la è la “cuccia”, ovvero grano ammollato in acqua o nel latte condito con zucchero o vinocotto.

Natale – E’ legato alla tradizione del torrone di mandorle e della cosiddetta “giurgiulena”, una sorta di torrone fatto con semi di sesamo. Un tempo, in questo periodo, si usava scannare il maiale per trarne salsicce, lardo salato e una volta anche un dolce detto “sancielu” (sanguinaccio) che si faceva col sangue mescolato di continuo per non farlo coagulare, quindi impastato con zucchero e mandorle tostate.