Martin pescatore (Alcedo atthis)


Martin pescatore Alcedo atthis Linnaeus, 1758

Il Martin pescatore è un Coraciforme appartenente alla famiglia degli Alcedinidi. L’aspetto è particolarmente identificativo: corpo arrotondato, coda corta e becco lungo ed una livrea dai colori sgargianti. Il dorso è azzurro brillante, con iridescenze verdi su testa, ali e coda, mentre il ventre ed il petto sono di colore bruno-arancio. Ne sono state identificate attualmente 7 sottospecie, che si distinguono tra loro principalmente per l’intensità dell’azzurro sul dorso e dell’arancio sull’addome e per le proporzioni del becco.

La sottospecie nominale (Alcedo atthis atthis) vive e nidifica in Africa nord-occidentale, Spagna meridionale e orientale, Corsica ed Italia centro-meridionale, mentre la parte continentale della nostra Penisola è abitata dalla sottospecie Alcedo atthis ispida.

Il Martin pescatore occupa un areale molto vasto che comprende gran parte dell’Europa e dell’Asia meridionale, il Nordafrica e l’Oceania occidentale.

La popolazione mondiale comprende circa 600.000 individui (del Hoyo et al. 2001), mentre le popolazioni europee contano 97.500-167.000 coppie, per 195.000-334.000 individui maturi (BirdLife International, 2015).

 

Habitat

Il Martin pescatore è fortemente legato alle zone umide (Boitani et al., 2002).  Predilige solitamente piccoli fiumi e ruscelli a corso lento, laghi, canaletti, ma non disdegna paludi e bacini artificiali (Bannerman, 1955). Durante la stagione invernale tende a spostarsi verso le coste.

Il nido è costituito da un tunnel scavato da entrambi i partner nel terreno degli argini dei corsi d’acqua. Misura circa 45-130 cm di lunghezza e si allarga a formare una camera ovale nella parte terminale dove andrà ad accumularsi uno strato di bolo alimentare (Coward, 1930).

 

Informazioni sulla presenza nei territori del comprensorio di Gela

Il Martin pescatore è stanziale in tutta la Sicilia. Nei territori di Cicogna 2000 lo si può trovare nei principali invasi presenti ovvero al Biviere Di Gela, al lago Comunelli, al lago Disueri e a Cimia.

 

Alimentazione 

Il Martin pescatore si nutre principalmente di piccoli pesci che costituiscono circa il 60-67% della dieta. Non disdegna anche i crostacei (perlopiù piccoli granchi e gamberi, consumati soprattutto in inverno) che vanno a costituire a seconda dell’area di diffusione presa in considerazione fra il 5 e il 33% del totale del cibo ingerito (Bannermann, 1955; Tan, 2001).

Dopo aver individuato la preda dal proprio punto d’osservazione ed aver valutato le distanze, il Martin pescatore si tuffa per effettuarne la cattura. Dopo aver catturato la preda, fa ritorno al proprio punto d’osservazione. Le prede più grosse, in special modo quelle provviste di spine o chele, vengono ripetutamente sbattute contro un ramo per poter essere stordite o uccise, in modo da evitare possibili ferite durante l’ingestione. Ossa ed altre parti non digeribili vengono successivamente rigurgitate.

 

Distribuzione in Italia

L’areale della specie in Italia risulta essere vasto (maggiore di 20000 km², Boitani et al. 2002). La popolazione italiana è stimata in 12000-32000 individui maturi e il trend è considerato stabile (Brichetti & Fracasso 2007). Pertanto la popolazione italiana non raggiunge le condizioni per essere classificata entro una delle categorie di minaccia e viene quindi classificata a Minore Preoccupazione (LC).

 

Protezione

La specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva Uccelli ed è ascritta all’Allegato II della Convenzione di Berna II, risultando inoltre specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92).

 

Minacce

Nonostante la specie sia attualmente classificata a Minore Preoccupazione (LC), sono numerose le minacce a cui deve far fronte.

Gli inverni rigidi costituiscono una delle più importanti cause di declino delle popolazioni Europee (Tucker & Heath, 1994), in particolar modo quelle più settentrionali (Woodall, 2016). Il declino a lungo termine è tuttavia strettamente correlato all’inquinamento chimico e biologico dei corsi d’acqua, dovuto principalmente alle attività industriali ed agricole.

Altre gravi minacce sono rappresentate dalla distruzione e trasformazione dell’habitat dovuta alle attività umane (Brichetti & Fracasso, 2007), che determina una considerevole perdita di siti di nidificazione ed alimentazione, e dalla pressione venatoria.

 

Curiosità

La danza nuziale dei maschi di questa specie è estremamente affascinante. Prima della riproduzione, i maschi compiono spettacolari acrobazie aeree mentre la luce solare si riflette sul piumaggio, attirando in questo modo l’attenzione delle femmine.

 

Foto: Manuel Zafarana

 

 

Bibliografia

Bannerman, D., 1955. The Birds Of The British Isles. Edinburgh: Tweedale Court London: 39a Welbeck Street: Oliver and Boyd LTD.

BirdLife International. 2016. Alcedo atthis. The IUCN Red List of Threatened Species 2016.

Boitani L. et al, 2002. Rete ecologica nazionale. Un approccio alla conservazione dei vertebrati italiani. Università di Roma “La Sapienza”, Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo.

Brichetti, P., Fracasso, G., 2007. Ornitologia italiana – Apodidae-Prunellidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

Coward, T. A.,1930. The Birds of the British Isles and Their Eggs, Frederick Warne, III Ed., vol. 1, p. 284-287.

del Hoyo, J., Elliott, A. & Sargatal, J., 2001. Handbook of the Birds of the World. Vol. 6: Mousebirds to Hornbills. Lynx Edicions, Barcelona.

Tan, R., 2001. Mangrove and wetland wildlife at Sungei Buloh Wetlands Reserve (On-line).

Tucker, G.M. & Heath, M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife International, Cambridge, U.K.

Woodall, P.F., 2016. Common Kingfisher (Alcedo atthis). In: J. del Hoyo, A. Elliott, J. Sargatal, D.A. Christie, and E. de Juana (eds), Handbook of the Birds of the World Alive, Lynx Edicions, Barcelona.

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