Il Biviere di Gela


Il Biviere di Gela è un lago costiero relitto a 1,5 km dal mare, incassato tra le dune del Golfo, note come “Macconi”. Compreso tra Gela e il fiume Dirillo, si allunga parallelamente alla linea di costa per 2 km, occupando un’area di circa 120 ettari. Si trova nel territorio del comune di Gela e il suo perimetro è caratterizzato da numerose anse.

Citato in letteratura da Plinio il Vecchio, che ricorda il sale formato negli argini talmente splendente tanto da riflettere come uno specchio, il Biviere di Gela è stato da sempre luogo di miti e leggende; Solino (metà III secolo d.C.) descrive due sorgenti d’acqua prodigiose: una rendeva le donne sterili, l’altra produceva effetti contrari. Ancora oggi, si tramandano oralmente racconti di strani animali, come la Biddina, mostruoso rettile dalle titaniche dimensioni, forse cugino della ben più nota Nessie. In epoca medievale, quando il lago era utilizzato come salina, Fazello lo identificò come il mitico lago Coccanico.

Cessato l’uso del lago come salina, nel XV secolo iniziò l’attività della pesca concessa in gabella. Per contratto, il governatore dovette realizzare a spese del feudatario una casa per i pescatori e per gli acquirenti del pesce e una cappella per celebrare la messa; questo edificio è adesso ristrutturato ed è adibito a centro visite.

La storia più recente vede il lago, all’inizio degli anni ’70, oggetto di interventi da parte del Consorzio di Bonifica che, per soddisfare i bisogni irrigui delle campagne, ha modificato i volumi idrici, turbando i delicati equilibri dell’ecosistema che, però, si presenta ancora ad alta naturalità.

Il lago Biviere è una zona umida di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar, 1987) e una Riserva Naturale Orientata Regionale, istituita nel 1997 e gestita dalla LIPU. Il lago, inoltre, è compreso nel Sito d’Importanza Comunitaria “Biviere e Macconi di Gela” e nella Zona di Protezione Speciale “Torre Manfria, Biviere di Gela e Piana di Gela”.

Il notevole interesse per la protezione del lago si deve al fatto che esso costituisce una delle più importanti zone di sosta e di svernamento per numerose specie di uccelli.

A dicembre, arrivano tante specie di anatre (codoni, mestoloni, moriglioni, alzavole…) che trascorrono l’inverno tra le anse dello specchio d’acqua; tra queste, va ricordata la presenza della rara Moretta tabaccata (Aythya nyroca). In primavera, arrivano i primi migratori come il Mignattaio (Plegadis falcinellus), simbolo della Riserva, dal becco ricurvo e dal colore fulvo metallico, e la bianca Spatola (Platalea leucorodia).

Colorata e festosa la presenza estiva del Gruccione (Merops apiaster)che nidifica in colonie sulle pareti di arenaria. Tra le canne è possibile osservare il blu intenso dello spettacolare Pollo sultano (Porphyrio porphyrio), estinto in Sicilia a metà del XIX secolo e reintrodotto con successo grazie ad un progetto LIPU nel 2004.

Molti mammiferi trovano rifugio al Biviere, tra questi la Donnola (Mustela nivalis), l’Istrice (Hystrix cristata) e il Riccio (Erinaceus europaeus): specie che per il carattere elusivo e le abitudini notturne, si possono incontrare solo al crepuscolo o alle prime luci del mattino.

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