Villa Comunale Vittorio Emanuele di Caltagirone


Il Giardino Pubblico Vittorio Emanuele è il principale spazio verde di Caltagirone, riconosciuto tra i più belli ed estesi d’Italia.

Si trova alle spalle del Museo della Ceramica, e vi si può accedere mediante due rampe di scale da via Roma e si arriva all’ingresso principale a fianco del Teatro Politeama oppure dal viale Principessa Maria Josè.

Fu verso la metà dell’ottocento che in una collina incolta nei pressi del centro di Caltagirone ebbero inizio i lavori per la costruzione della Villa Comunale.

Nel 1850 il Decurionato di Caltagirone si rivolgeva all’Intendente di Catania per ottenere l’autorizzazione a portare avanti e completare i lavori di realizzazione della Villa pubblica Real Principessa Maria Pia, iniziati nel 1846.

Il progetto venne affidato nel 1851 all’architetto Giovanni Battista Filippo Basile  che divise la composizione formale del giardino in Floretta, Parterre e Giardino inglese. Con qualche sostanziale modifica negli anni ’80 del XIX secolo, verranno realizzati il piano delle giardiniere e la serra, mentre la parte più alta della villa, verrà trasformata in un passaggio di carrozze: il Trottoir.

Nel 1915 Ernesto Basile, figlio di Giovanni Battista, progetterà l’accesso alla villa e all’edificio scolastico. Su suo suggerimento, probabilmente, fu costruita la grandiosa balaustra in terracotta in stile floreale.

A rendere esecutivi ed attuare il piano generale disegnato dal Basile provvidero gli architetti calatini Salvatore Marino, Michele Fragapane e l’ingegnere civile Gaetano Aurichiella.

Questi realizzarono anche l’ingresso principale con i due piloni sormontati da leoni accovacciati.
Lo stesso ingresso, sito lateralmente alla chiesa di San Francesco di Paola, fu sostituito successivamente da un altro disegnato dall’architetto Saverio Fragapane, in stile liberty.

Dello stesso Fragapane è la cancellata che fa da recinto alla base del Teatrino del Bonaiuto.

Alla fine dell’Ottocento venne eseguita la grande zoccolatura in bugne di pietra della Marfisa addossata al Giardino Pubblico, lungo tutta la Via Roma.

L’ingegnere civile Gaetano Aurichiella, molto incline a trarre ispirazione dagli stili medievali, aveva progettato e realizzato, nel 1853, un grandioso palco musicale, in legno, trasportabile ed in stile goticheggiante, con colonnine tortili, statue allegoriche, scudi e festoni.

Risultato troppo ingombrante nel 1859, venne ridotto nelle dimensioni dall’architetto Giambattista Nicastro che ne trasformò anche lo stile da gotico in linee rinascimentali.
Nei primi anni ’50 del Novecento fu ricostruito in cemento armato ed in stile moresco su progetto del geometra Salvatore Montalto, fu quindi decorato con piastrelle e motivi decorativi a rilievo di ceramica calatina, disegnati e realizzati da Antonino Ragona.

Per la sua posizione collinare e la ricchezza della vegetazione, il Giardino Pubblico, esteso per circa 10 ettari, costituisce un’isola verde di particolare bellezza e vastità, con i caratteristici villi dei lecci e delle sophore, dei tigli, dei pini e dei cipressi che lo intersecano e ne delimitano le scarpate nelle quali si possono ammirare le essenze di viburno, lentisco, bosso, ligustro, pitosforo, lantana, acacia, alberi di Giuda, frassino, olmo e casuarina.

Tanto la zona della flora a sud, che l’altopiano a nord del Giardino, sono ricchi di geometrie e simmetrie con una forte presenza di fiori in ogni stagione, dove non è raro incontrare esemplari di Phoenix canariensis, Cycas revoluta, Washington filifera, Yucca gloriosa e molti altri.

Molte infine sono le specie di uccelli grandi e piccoli che nidificano indisturbati tra i rami; oltre ai passeri, le gazze e i colombacci, si possono citare l’allocco, il merlo, il rampichino, il cardellino, la capinera, l’usignolo e la cinciallegra.

Sono diverse le opere d’arte presenti all’interno:

XVI sec.- La Fontana realizzata dal fiorentino Camillo Camilliani, ubicata nella zona sud;

XIX sec- Le quattro stagioni. Quattro figure femminili in terracotta, riprodotte dal ceramista Pino Romano sul modello originario di Giacomo Bongiovanni, poste all’ingresso;

XIX sec.- I Vasi in terracotta istoriati, con scene di vita quotidiana, collocati nei viali, anch’essi riprodotti dagli artigiani ceramisti sul modello originario di Giacomo Bongiovanni. Le opere originarie delle “quattro stagioni” e dei “vasi” sono conservate all’interno di Villa Patti;

XIX-XX sec.- La Balconata in terracotta di stile liberty floreale della fabbrica Enrico Vella, delimita il punto più panoramico dell’altopiano prospiciente il piazzale principale della Villa;

XIX sec.- La Fiorera in terracotta, realizzata da Gioacchino Alì, è posta nella zona sud della Villa Comunale.

Giuseppe Carrubba

Fonti:
Assessorato al Turismo Caltagirone (comune.caltagirone.ct.it)

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